Torino
GAM - Galleria Civica
D'Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta 31 10128 TORINO
Per informazioni:
Elena Volpato, Monica Mariani e Orsola Morgera -011 44 29 497 dalle ore 15:00
alle ore 19:00 
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La Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea di Torino offre da settembre 2000 un nuovo spazio: la Videoteca
GAM. Nata per sopperire ad una mancanza, oggi l'archivio raccoglie una
collezione di circa mille titoli che, ripercorrendo la storia dell'Arte Video e
del Cinema d'Artista, permettono un approccio storico-critico verso l'arte
fatta d'immagini in movimento. Una piccola sala al secondo piano della Galleria
accoglie il visitatore-spettatore con i suoi sei televisori per altrettanti
videoregistratori e cuffie stereo; sei seggiole nere delimitano lo spazio e lo
raccolgono in una disposizione ad elle.
La stanza è essenziale e spoglia, ma per quanti abbiano
familiarità con la video-arte, una sedia, un tv-color e un
videoregistratore costruiscono uno spazio a sé, laddove recuperare le
coordinate dell'intorno reale è possibile soltanto ad esperienza filmica
ultimata. Intimità, raccoglimento, atmosfera intensa e riflessiva ad un
tempo, mi sono parse le possibilità che la videoteca può offrire
rispetto alla scelta dell'allestimento. Il neonato archivio della videoteca si
pone come forte e solida realtà, non solo in Italia, ma anche in Europa
potendo rispondere da un lato ad esigenze di tipo didattico e dall'altro alle
richieste di un pubblico dagli interessi meno specifici, ma non per questo meno
esigente. Per tutti coloro che non conoscono la materia a fondo, l'affascinante
esperienza della video-arte può iniziare con materiali tra loro diversi,
dalla forte attrattiva e quindi di più immediata lettura.
Un esperto sempre presente, si pone quale indispensabile aiuto per
accompagnare i video amatori nei loro viaggi di celluloide. La vera
novità di quest'anno è l'apertura di una sezione documentaria: un
corpus di registrazioni e di opere, dedicate al lavoro d'artisti contemporanei,
italiani e stranieri. L'obiettivo critico è quello di affrontare il
video, sia da un punto di vista storico- archeologico, sia artistico per far si
che l'utente, ripercorrendo la storia del cinema underground degli anni '50 e
'60 e le prime video performance dell'inizio anni '70, possa approdare
criticamente alla scoperta della geografia ibrida del video contemporaneo. Un
ideale cammino artistico storico per giungere in quella terra di
sovrapposizione di elementi contrastanti, che appunto nella dimensione del
contrasto e del dubbio, risolvono l'idea e la concettualizzazione del video
oggi: quali sono i confini tra il documentario e l'espressività
artistica? Esistono, aldilà dell'esigenza critica di stabilire territori
d'appartenenza? Attraverso quali movimenti dell'occhio che filma se ne possono
rintracciare i confini?
Quale attualizzazione concreta è possibile dare oggi, agli
ideali di soggettività e di oggettività del mezzo tecnico? Quale
può essere la misura del vicino e del lontano per poter ora segnare e
ora colmare una distanza fra oggettività e soggettività? Agli
studiosi dell'argomento, interesserà una notevole acquisizione della
GAM: i rarissimi critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti, presentati in
collaborazione con l'Archivio Storico Olivetti. Lo studioso d'arte del secolo
passato concepì il critofilm come testo critico per dare la
possibilità anche al grande pubblico di conoscere e interpretare le
opere. I critofilm nascevano dall'intenzione di rendere sul piano della
visibilità, fatti tecnici altrimenti difficilmente comunicabili: i
movimenti di macchina, il montaggio e le luci vennero sostituiti alla voce
esemplificativa fuori campo. La figura di Ragghianti diventa quindi centrale
per un discorso critico, sia rispetto alla teoria (negli anni '30 fu il primo a
riconoscere la pari dignità espressiva del cinema rispetto alle altre
arti visive), sia rispetto alle acquisizioni tecnico-formali (realizzò
ad esempio la "verticale Ventimiglia", macchina costruita specificatamente per
la ripresa di particolari opere).
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