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GUBBIO
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Tra la città medioevale

di Francesco e Angela

Anfiteatro Romano

Tuttora utilizzato nella stagione estiva per spettacoli, i resti dell'anfiteatro sorgono poco oltre porta degli Ortacci, aperta nelle mura medievali.

Il teatro, uno dei più grandi del suo tempo, basti pensare che la cavea ha un diametro di 70 metri e poteva contenere oltre 15.000 spettatori, testimonia l'importanza della città nel periodo auguste.

Vi si gode un magnifico panorama di Gubbio.

Costruito alla fine del I sec. a.C., la cavea doveva essere in origine divisa in due ordini di gradinate, appoggiate sopra costruzioni radiali in blocchi quadrangolari di calcare. All'apice del settore superiore insisteva un portico formato da 27 arcate in opera quadrata. Un podio alto circa un metro divideva l'orchestra del proscenio.

Oltre alle parti riservate alla scena ed al palcoscenico, si può ammirare tutto l'insieme delle gradinate, delle quali almeno 22 sono ancora perfettamente conservate.
Disposte a semicerchio e interrotte da corridoi di accesso, poggiano su una possente struttura architettonica che può essere meglio osservata dal retro e che è costituita da un doppio ordine di poderosi archi: quello inferiore risulta abbastanza intatto, mentre manca parte di quello superiore.
Si può anche notare come un tempo il teatro fosse completamente ricoperto da grossi massi di pietra che sicuramente offrivano un'impressione di maggiore solennnità ed importanza. Nel corso del Medio Evo gran parte di questo materiale di pietra venne prelevato per costruire altri edifici della città di Gubbio.

La struttura quale oggi è visibile si deve ai restauri effettuati tra '800 e '900.

Adiacente, il museo, con reperti archeologici di scavo provenienti anche da altre zone della città, che è possibile apprezzare grazie ai pannelli con immagini e didascalie analitiche.

Un pò più lontano, percorrendo via Buozzi in uscita, si trova il Mausoleo Romano, tomba romana con camera sepolcrale di circa 6,30x 4,7 metri,coperta da volta a botte, che si ritiene che sia stata il sepolcro di Genzio, re degli Illiri, dato in custodia agli eugubini dopo la sua resa nel 168 a.C. , ma esiste una ipotesi che si tratti invece della tomba di un certo Pomponio Grecino.