Nello spazio intimo della celluloide:
la videoteca GAM di Torino
di Andrea Piovano
Torino

GAM - Galleria Civica D'Arte Moderna e Contemporanea

Via Magenta 31
10128 TORINO

Per informazioni: Elena Volpato, Monica Mariani e Orsola Morgera -011 44 29 497 dalle ore 15:00 alle ore 19:00
Esterno della GAM
 
 
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La Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino offre da settembre 2000 un nuovo spazio: la Videoteca GAM. Nata per sopperire ad una mancanza, oggi l'archivio raccoglie una collezione di circa mille titoli che, ripercorrendo la storia dell'Arte Video e del Cinema d'Artista, permettono un approccio storico-critico verso l'arte fatta d'immagini in movimento. Una piccola sala al secondo piano della Galleria accoglie il visitatore-spettatore con i suoi sei televisori per altrettanti videoregistratori e cuffie stereo; sei seggiole nere delimitano lo spazio e lo raccolgono in una disposizione ad elle. La stanza è essenziale e spoglia, ma per quanti abbiano familiarità con la video-arte, una sedia, un tv-color e un videoregistratore costruiscono uno spazio a sé, laddove recuperare le coordinate dell'intorno reale è possibile soltanto ad esperienza filmica ultimata. Intimità, raccoglimento, atmosfera intensa e riflessiva ad un tempo, mi sono parse le possibilità che la videoteca può offrire rispetto alla scelta dell'allestimento. Il neonato archivio della videoteca si pone come forte e solida realtà, non solo in Italia, ma anche in Europa potendo rispondere da un lato ad esigenze di tipo didattico e dall'altro alle richieste di un pubblico dagli interessi meno specifici, ma non per questo meno esigente. Per tutti coloro che non conoscono la materia a fondo, l'affascinante esperienza della video-arte può iniziare con materiali tra loro diversi, dalla forte attrattiva e quindi di più immediata lettura. Un esperto sempre presente, si pone quale indispensabile aiuto per accompagnare i video amatori nei loro viaggi di celluloide. La vera novità di quest'anno è l'apertura di una sezione documentaria: un corpus di registrazioni e di opere, dedicate al lavoro d'artisti contemporanei, italiani e stranieri. L'obiettivo critico è quello di affrontare il video, sia da un punto di vista storico- archeologico, sia artistico per far si che l'utente, ripercorrendo la storia del cinema underground degli anni '50 e '60 e le prime video performance dell'inizio anni '70, possa approdare criticamente alla scoperta della geografia ibrida del video contemporaneo. Un ideale cammino artistico storico per giungere in quella terra di sovrapposizione di elementi contrastanti, che appunto nella dimensione del contrasto e del dubbio, risolvono l'idea e la concettualizzazione del video oggi: quali sono i confini tra il documentario e l'espressività artistica? Esistono, aldilà dell'esigenza critica di stabilire territori d'appartenenza? Attraverso quali movimenti dell'occhio che filma se ne possono rintracciare i confini? Quale attualizzazione concreta è possibile dare oggi, agli ideali di soggettività e di oggettività del mezzo tecnico? Quale può essere la misura del vicino e del lontano per poter ora segnare e ora colmare una distanza fra oggettività e soggettività? Agli studiosi dell'argomento, interesserà una notevole acquisizione della GAM: i rarissimi critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti, presentati in collaborazione con l'Archivio Storico Olivetti. Lo studioso d'arte del secolo passato concepì il critofilm come testo critico per dare la possibilità anche al grande pubblico di conoscere e interpretare le opere. I critofilm nascevano dall'intenzione di rendere sul piano della visibilità, fatti tecnici altrimenti difficilmente comunicabili: i movimenti di macchina, il montaggio e le luci vennero sostituiti alla voce esemplificativa fuori campo. La figura di Ragghianti diventa quindi centrale per un discorso critico, sia rispetto alla teoria (negli anni '30 fu il primo a riconoscere la pari dignità espressiva del cinema rispetto alle altre arti visive), sia rispetto alle acquisizioni tecnico-formali (realizzò ad esempio la "verticale Ventimiglia", macchina costruita specificatamente per la ripresa di particolari opere).