Torino
Museo del nazionale
Cinema
Mole Antonelliana - Fondazione Maria Adriana
Prolo
Per informazioni: 011/8125658
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Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è ospitato alla
Mole Antonelliana.
Il museo, con i suoi 167
metri di altezza, è il più alto del mondo e proprio la
verticalità è la caratteristica predominante dell'allestimento:
3200 metri quadri di esposizione disposti su 5 livelli, nei quali il visitatore
- spettatore, seguendo un percorso interattivo e multimediale, ripercorre la
storia del cinema. L'allestimento è opera di François Confino, il
famoso architetto e scenografo svizzero che ha legato il suo nome proprio alle
grandi mostre dedicate alla "settima arte", a partire dalle due esposizioni
parigine di Cité Cinés.
Un ascensore in vetro, al
centro della costruzione, permette di salire in cima per scrutare la
città dal suo edificio più alto. Le prime tracce che vengono
offerte agli occhi dei cinefili sono i giochi di ombre e delle prime
mirabolanti lanterne magiche che nel '600 hanno rappresentato le prime orme
della storia di quella che ancora non si sapeva sarebbe stata la "settima
arte". La visione della preistoria del cinema prosegue con una ricca galleria
di oggetti e filmati che arrivano da tutta Europa.
Il
percorso è obbligato, ma si snoda labirinticamente in modo da creare
suspense e attesa come in un film. Sulle pareti sono incise frasi di scrittori
e registi di fine ottocento e inizio novecento che esprimono le loro emozioni
sul mondo del cinema e della fotografia, su una tecnologia che allora
cominciava a mostrare la sua forza dirompente e l'impatto sconvolgente sulle
masse. Ciò che
colpisce è vedere svelati i segreti e gli ancora semplici meccanismi del
"fare cinema". Vedere immagini in movimento cosi lontane
dall'attuale verosimiglianza crea nell'occhio dello spettatore uno stupore e
un'attenzione ingenua e fanciullesca alle più piccole cose: se il cinema
è un gioco come diceva Marcello Mastroianni, qui anche lo spettatore
solitamente più distratto è costretto a giocare, azionando
lanterne magiche, guardando riflessi sui muri, schiacciando bottoni e girando
manovelle. Il viaggio
nella preistoria del mondo di celluloide si conclude con la proiezione del
primo film dei fratelli Lumière: l'illusione ottica che creava
l'immagine del treno in corsa allora era tale che il cosiddetto effetto
"sfondamento", all'epoca creò svenimenti e fuggi fuggi dalle
sale. Sebbene i fratelli Lumière pensassero che il cinema fosse una
invenzione senza futuro, il cinema continuò ad affascinare, si evolvette
e divenne un'arte e un divertimento. E' proprio il divertimento e il coinvolgimento emotivo la cifra
del viaggio negli altri piani del museo. Nell'aula del Tempio - il grande
spazio sottostante la cupola - che fu realizzato inizialmente per essere una
enorme moschea ebraica, ha sede il cuore dell'allestimento di Confino. Le
chapelles dedicate ai grandi temi
della storia del cinema: l'animazione, l'assurdo, l'horror e il
fantastico, amore e morte, il Big Bang, il vero e il falso, il cinema
sperimentale, propongono un punto di vista privilegiato per vedere con occhi
strabiliati e calarsi in una atmosfera che grazie alle installazioni ad effetto
diventa coinvolgente e ipnotica. Nella grande sala troneggia il Moloch di
Cabiria , il film di Giovanni Pastrone sceneggiato da Gabriele D'Annunzio che
segnò forse il punto più alto del legame tra il cinema e Torino.
Lungo la rampa vengono
esposti i manifesti originali dei film entrati nella memoria collettiva, mentre
due maxi schermi proiettano filmati visibili stando distesi sulle chaises
longues con sistema audio personalizzato sui poggiatesta. Filmati significativi
e piccoli "quadri - installazione" informano divertendo sulle varie fasi che
costruiscono il film: la produzione, il casting, la sceneggiatura,
il montaggio, la tecnica del suono e
delle luci, sino ad arrivare alla sala di proiezione. Alcuni dati stupefacenti:
7.000 titoli di film nella cineteca, 9.000 oggetti d'arte fra dipinti, stampe
antiche e apparecchiature per la visione e la ripresa, circa 130.000 documenti
fotografici, 200.000 manifesti, 20.000 volumi e 3.000 testate di periodici e
una serie notevole di oggetti di culto: la bombetta di Charlot, il costume di
Rodolfo Valentino, l'uovo di Aliens di James Cameron, la testa de Lo Squalo di
Steven Spielberg, i Gremlins di Joe Dante, scarpe bustino e gioielli di Marylin
Monroe. Da vedere sono le sceneggiature originali di grandi capolavori come
Quarto Potere di Orson Welles, Psycho di Alfred Hitchock, La caduta degli Dei
di Luchino Visconti, Il Padrino parte II di Francis Ford Coppola. Dunque un
museo progettato per attrarre e stupire grandi e piccoli alla scoperta di una
storia recente e di un patrimonio collettivo che costumi di scena e cimeli
originali fondono col mito di attori e registi.
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