Una mole di celluloide:
il Museo nazionale del Cinema
di Andrea Piovano
Torino

Museo del nazionale Cinema

Mole Antonelliana - Fondazione Maria Adriana Prolo




Per informazioni: 011/8125658
 
 
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Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è ospitato alla Mole Antonelliana. La mole AntonellianaIl museo, con i suoi 167 metri di altezza, è il più alto del mondo e proprio la verticalità è la caratteristica predominante dell'allestimento: 3200 metri quadri di esposizione disposti su 5 livelli, nei quali il visitatore - spettatore, seguendo un percorso interattivo e multimediale, ripercorre la storia del cinema. L'allestimento è opera di François Confino, il famoso architetto e scenografo svizzero che ha legato il suo nome proprio alle grandi mostre dedicate alla "settima arte", a partire dalle due esposizioni parigine di Cité Cinés.
Un ascensore in vetro, al centro della costruzione, permette di salire in cima per scrutare la città dal suo edificio più alto. Le prime tracce che vengono offerte agli occhi dei cinefili sono i giochi di ombre e delle prime mirabolanti lanterne magiche che nel '600 hanno rappresentato le prime orme della storia di quella che ancora non si sapeva sarebbe stata la "settima arte". La visione della preistoria del cinema prosegue con una ricca galleria di oggetti e filmati che arrivano da tutta Europa.
Vista dall'internoIl percorso è obbligato, ma si snoda labirinticamente in modo da creare suspense e attesa come in un film. Sulle pareti sono incise frasi di scrittori e registi di fine ottocento e inizio novecento che esprimono le loro emozioni sul mondo del cinema e della fotografia, su una tecnologia che allora cominciava a mostrare la sua forza dirompente e l'impatto sconvolgente sulle masse.
Ciò che colpisce è vedere svelati i segreti e gli ancora semplici meccanismi del "fare cinema". Vedere immagini in movimento cosi lontane dall'attuale verosimiglianza crea nell'occhio dello spettatore uno stupore e un'attenzione ingenua e fanciullesca alle più piccole cose: se il cinema è un gioco come diceva Marcello Mastroianni, qui anche lo spettatore solitamente più distratto è costretto a giocare, azionando lanterne magiche, guardando riflessi sui muri, schiacciando bottoni e girando manovelle.
Il viaggio nella preistoria del mondo di celluloide si conclude con la proiezione del primo film dei fratelli Lumière: l'illusione ottica che creava l'immagine del treno in corsa allora era tale che il cosiddetto effetto "sfondamento", all'epoca creò svenimenti e fuggi fuggi dalle sale. Sebbene i fratelli Lumière pensassero che il cinema fosse una invenzione senza futuro, il cinema continuò ad affascinare, si evolvette e divenne un'arte e un divertimento.
E' proprio il divertimento e il coinvolgimento emotivo la cifra del viaggio negli altri piani del museo. Nell'aula del Tempio - il grande spazio sottostante la cupola - che fu realizzato inizialmente per essere una enorme moschea ebraica, ha sede il cuore dell'allestimento di Confino. Le chapelles dedicate ai grandi temi della storia del cinema: l'animazione, l'assurdo, l'horror e il fantastico, amore e morte, il Big Bang, il vero e il falso, il cinema sperimentale, propongono un punto di vista privilegiato per vedere con occhi strabiliati e calarsi in una atmosfera che grazie alle installazioni ad effetto diventa coinvolgente e ipnotica. Nella grande sala troneggia il Moloch di Cabiria , il film di Giovanni Pastrone sceneggiato da Gabriele D'Annunzio che segnò forse il punto più alto del legame tra il cinema e Torino.
Lungo la rampa vengono esposti i manifesti originali dei film entrati nella memoria collettiva, mentre due maxi schermi proiettano filmati visibili stando distesi sulle chaises longues con sistema audio personalizzato sui poggiatesta. Filmati significativi e piccoli "quadri - installazione" informano divertendo sulle varie fasi che costruiscono il film: la produzione, il casting, la sceneggiatura, Particolare della rampail montaggio, la tecnica del suono e delle luci, sino ad arrivare alla sala di proiezione. Alcuni dati stupefacenti: 7.000 titoli di film nella cineteca, 9.000 oggetti d'arte fra dipinti, stampe antiche e apparecchiature per la visione e la ripresa, circa 130.000 documenti fotografici, 200.000 manifesti, 20.000 volumi e 3.000 testate di periodici e una serie notevole di oggetti di culto: la bombetta di Charlot, il costume di Rodolfo Valentino, l'uovo di Aliens di James Cameron, la testa de Lo Squalo di Steven Spielberg, i Gremlins di Joe Dante, scarpe bustino e gioielli di Marylin Monroe. Da vedere sono le sceneggiature originali di grandi capolavori come Quarto Potere di Orson Welles, Psycho di Alfred Hitchock, La caduta degli Dei di Luchino Visconti, Il Padrino parte II di Francis Ford Coppola. Dunque un museo progettato per attrarre e stupire grandi e piccoli alla scoperta di una storia recente e di un patrimonio collettivo che costumi di scena e cimeli originali fondono col mito di attori e registi.