appunti di volo

AGLIE’: UN CASTELLO E LA SUA CORTE

di Edy Gambillare

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CHIESA DELLA CONFRATERNITA DI SANTA MARTA

Poco più a nord, nel cuore di Aglié, si trova la chiesa di Santa Marta che, come ricorda il documento del 1770, "... sittuata nel recinto d’Agliè è stata da alcuni anni riedificata con le lemosine, ed appartiene alla Confraternita quanto di uomini che di donne alla Madonna eretta già da antichissimo tempo".

Della vecchia chiesa, purtroppo, si sa solamente che esisteva già nel 1619, misurava ventiquattro passi per sei ed il 21 dicembre 1595 era stata concessa la facoltà di celebrarvi la S. Messa.

Quando, nel 1730, il piccolo oratorio fu dichiarato definitivamente inagibile, il progetto per la realizzazione di una nuova chiesa adatta alle nuove esigenze fu affidato all’architetto alladiese Costanzo Michela che realizzò un edificio in cui irregolarità e fantasia si uniscono alla grazia della costruzione.

Esternamente si presenta con armoniose curve in mattoni a vista che preludono al ricco movimento delle linee interne tipiche dell’architettura piemontese di quel periodo e del grande genio dell’architetto.

Santa Marta : esterno

La modellazione esterna non segue quella interna ma ha una sua logica legata al contesto ambientale. La struttura appare in tutta l’elegante semplicità del cotto piemontese, arricchito solamente dalle terrecotte smaltate policrome di Castellamonte.

Rispetto alla tradizione locale qui il mattone diventa un’esplosione di colore: la facciata concava è giocata su parti curve e parti piane che creano un effetto pieno-vuoto, luce-ombra da cui emergono pulsanti volute.

Autonoma ha il compito di legare la chiesa al tessuto urbano circostante, preannunciando anche l’importanza dell’asse centrale in tutta la composizione.

Il fianco sinistro è reso ancora più musicale dal curioso campanile triangolare costruito nel 1787 da Giuseppe Domenico Morano su disegno dello stesso Michela.

Completa e arricchisce la costruzione il tetto che rappresenta un’espressione di coerenza fino allo spasimo. Contrariamente a ciò che accade nella maggior parte delle architetture piemontesi a pianta longitudinale dove la copertura pare essere al di fuori della progettazione, si può cogliere quanto,non solo la facciata o gli interni siano stati studiati ma anche il tetto rientri in questa uniforme armonia.

Santa Marta : tetto

Passando all’interno si riscontra la stessa coerenza di linguaggio. Tutto serve a completare e definire l’ambiente.

Lo stucco non ha solo valore decorativo ma, con il suo bianco, il pesante colore delle strutture, la scultura lignea e gli arredi, diventa una sorta di architettura dando luogo ad una "situazione" atipica nella cultura italiana, ma frequente nelle architetture spagnole.

Lo spirito di estrema libertà dalle tendenze tipiche del periodo si coglie anche nel continuo gioco di curve che divide l’interno in spazi definiti: una zona per i fedeli con due altari e la tribuna sul portale per il coro, il presbiterio, le tribune per gli associati alla confraternita, la sacrestia, il bellissimo coro ligneo per i confratelli a cui si accede tramite due scalette laterali semiellittiche in pietra.

Santa Marta : interno

Anche gli arredi entrano a far parte dell’architettura della chiesa; emerge tra essi l’icona centrale raffigurante l’Assunta, santa Marta con il drago (simbolo della Santa che si ritrova anche nei capitelli del coro con catene come festoni) e san Giovanni Battista, incassata in una ricca cornice lignea laccata e dorata opera dello scultore Giuseppe Argentera di Ivrea.

Degna di menzione la copia della SS. Sindone, opera di un certo Fantinus, datata 1708.