appunti di volo
Le colline delle Langhe e del Roero

di Andrea Piovano
Sommario
Per vini e castelli
Alba
Il giro del barolo
La langa del barbaresco
Il Roero e Bra

Approfondimenti
VINUM 2001
Intorno a Cesare PAVESE
Il premio GRINZANE CAVOUR
Il Roero ed il suo cuore, Bra

Dal punto di vista naturalistico, questa regione è caratterizzata dalle "rocche", profondi canaloni che tagliano di netto la collina, mettendo a nudo le stratificazioni del terreno e del tufo. Altrove si rendono visibili colline dalla forma come di lingue appuntite in sommità.

Sulla sponda sinistra del Tanaro, invece, in un paesaggio precollinare, sorge Bra, cuore del Roero. In passato, l’economia si basava sulla produzione di un cuoio pregiato, oggi è l’industria ortofrutticola, accanto a numerose altre attività commerciali, a segnalare il braidese come terra del benessere. Il centro storico, che risale alla prima epoca comunale, è di forma irregolare e in pendenza. Città di chiese e di santi ( nel 1786, vi nacque San Benedetto Cottolengo, fondatore del grande istituto assistenziale), nutre il suo immaginario anche di tradizioni fieramente laiche e ha come simbolo la Zizzola, un ex villino di piacere di gusto neoclassico. Nella più alta tradizione enogastronomica italiana, qui nacque, qualche anno fa Slow Food, oggi importante fondazione per la tutela di gusti e sapori regionali, e organizzatrice dell’appuntamento annuale del Salone del Gusto. Anche il capoluogo del Roero ha il suo rappresentante letterario: Giovanni Arpino, uno dei narratori italiani di spicco del secondo ’900; in Gli anni del giudizio, romanzo giovanile, entro i confini di una piccola città di provincia si riconosce Bra e a lei sono dedicati i racconti della silloge postuma Regina di cuori.

Uscendo dalla città per dirigersi verso Alba si incontra il borgo di Pollenzo, il cui nucleo antico è costituito dalla piana ellittica del grande anfiteatro della romana Pollentia, decaduta durante le scorribande barbare. Questi luoghi furono, infatti, il celebre teatro di lotta tra i romani di Stilicone e i Goti di Alarico. Interessante è la strada per Canale dove l’appassionato di archeologia potrà scovare, tra i vigneti e le forre roerine, chiese, cappelle e piloni votivi a testimonianza dell’esistenza di un’antica sede di culto, legata alla necessità del popolo di trovare riparo sulle alture.

Un tour del Roero non dovrà trascurare Pocapaglia, dove, poco a monte della frazione Macellai, sono da ammirare i resti della cappella di San Giorgio, dalla superstite abside romanica in mattoni, e sulla strada per Monticello d’Alba, la cappella romanica di San Ponzio, ricca di affreschi del XII secolo. Giunti a Canale, centro della pesca in Piemonte, sarà d’impatto la visita alla chiesina altomedievale di San Vittore, che si vanta di un magnifico bassorilievo ingemmato nella lunetta del portale.

Infine Cherasco, che Napoleone, una volta ammirati i palazzi, il castello visconteo e compiuto il giro dei bastioni, che si estendono dall’arco del Belvedere per proseguire sulle vecchie fondamenta delle mura cinquecentesche, si narra ebbe a definire "il più bel lembo d’Italia". Oggi a Cherasco numerose sono le iniziative legate in particolar modo a mostre dedicate alle arti visive, mentre periodicamente antiquari provenienti da tutto il Piemonte partecipano al celebre mercatino delle pulci.