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Monreale, tra i mosaici e il colle del Re

di Angelo

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SAN MARTINO DELLE SCALE

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L’Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale

Il territorio di Monreale è motto vasto e comprende diverse frazioni tra cui San Martino delle Scale ed è caratterizzato da luoghi, situati a circa 550 m di altezza, veramente ameni per la bellezza del paesaggio e per la diversità che li caratterizza. La strada che la collega, in salita, offre belle viste su Monreale, sul Duomo, sulla Conca d'Oro e su Palermo.

Il nome della frazione è quello di un prodigioso complesso abbaziale Benedettino che, fondato da Papa San Gregorio Magno nel VI secolo, ebbe vita travagliata in quanto fu distrutto ncll'830 dagli Arabi, venne riedificato nel 1347 dal Benedettino Angelo Senisio e dedicato a San Martino, vescovo di Tours.
Durante i molti secoli della sua esistenza, l'abbazia ha subito rimaneggiamenti considerevoli ed interventi architettonici l'ultimo dei quali, in età neoclassica, ad opera di Venanzio Marvuglia.

Oggi l'immenso complesso architettonico, che si sviluppa attorno alla chiesa, si presenta costituito dai corpi del monastero, da molteplici chiostri, da logge ed edifici minori che, pur esprimendo caratteristiche formali diverse, ben si armonizzano tra foro contribuendo a creare una sensazione di forte unità e di poderosa coesione.

Fra i sei chiostri del complesso, il più bello è certamente quello della fontana di S. Benedetto, risistemato nel 1612 dall'architetto Giulio Lasso.
La chiesa, d’impianto cinquecentesco, ad unica navata fiancheggiata da 10 cappelle laterali, è sormontata da una modesta cupola di dimensioni contenute.

Al suo interno numerose opere d'arte tra le quali tele di Pietro Novelli, Filippo Paladini, Zoppo di Gangi, Paolo de Matteis, Stomer ed altri fiamminghi e raffinati marmi di età e mani diverse. Monumentale e spettacolare, per la sua ricchezza e varietà di decori, è l'immenso coro ligneo ad intarsi, composto da 68 stalli, lungo 20 m, opera cinquecentesca napoletana degli scultori Benvenuto Tortelli da Brescia, Nunzio Ferrara e G. B. Vigilante, completato, nel '700, da Nunzio di Paola e Pietro Marino. L'organo, cinquecentesco, restaurato e ripristinato, è tra i più armoniosi e potenti di quelli ancora funzionanti nelle chiese siciliane.

Altre pregevolissime opere sono il portale marmoreo trecentesco, ornato da formelle raffiguranti il Mistero Pasquale e la sacrestia con i suoi marmi policromi e legni scolpiti. La Cappella delle reliquie custodite nella storica abbazia, vanta il possesso di 4 corpi di Santi e 1253 reliquie. Tutte le statue, i medaglioni ed i busti scultorei, eseguiti in pietra nera di paragone e marmo candido, numerosissimi nel complesso abbaziale, sono opera di Frà Guglielmo Benedetto Papillonia.

La monumentale fontana dell'Oreto, così come il gruppo scultoreo del vescovo di Tours, sono di Ignazio Marabitti.

Ricchissima e sorprendente, per preziosità e varietà, è la dotazione di paramenti sacri dell'Abbazia, tra cui un Piviale ricavato dal mantello del Bey di Tunisi ed una dalmatica confezionata con il mantello nuziale della Regina Carolina di Napoli.

Esiste anche una biblioteca molto importante per il numero e i tipili di libri archiviati, ma anche per l'attività svolta dai Monaci di restauro e conservazione del libro in un laboratorio particolarmente attrezzatoe di livello professionale notevole.