appunti di volo
Marche: dal San Vicino al Conero con vista su Cingoli
di Ileana VICENTINI
Sommario
San Vicino e Cingoli
Monte Conero sul mare
Il San Vicino e Cingoli

Sarebbe bello poter volare in alto e guardarli da lassù, questi due possenti "guardiani" del territorio compreso fra l'entroterra maceratese e la costa anconitana: si chiamano l'uno San Vicino e l'altro Conero (forse il nome di quest'ultimo è più familiare).
Sono i due monti che caratterizzano questa parte delle Marche, dalla montagna al mare, e si trovano quasi l'uno di fronte all'altro come se stessero a proteggere, a fare da riferimento a chi ha la fortuna di abitare da queste.
Il San VicinoIl San Vicino (sembra che questo nome gli sia stato dato perché, da qualunque versante si giunga alla grande circonferenza della sua base, che si distribuisce fra i territori delle province di Ancona e Macerata, esso appare - appunto - "vicino") è un monte dal profilo particolare e talmente delineato da sembrare quasi ritagliato da un cartoncino e appiccicato là, nello sfondo del cielo. Quando mio figlio era bambino e tutti insieme ci incantavamo al tramonto del sole, lui diceva che il monte sembrava il profilo di una elefantessa con la carovana dei suoi piccoli al seguito, annodati con le loro proboscidi. Un ritratto più indovinato credo non si possa inventare.
Il tramontoMa c'è di più: la sua vetta, che raggiunge i 1.479 metri di altezza, è un bollettino meteorologico infallibile per gli abitanti del luogo, tanto che sono stati coniati alcuni detti proverbiali che si rivelano sempre azzeccatissimi. Si dice, per esempio, in autunno, che "se il San Vicino mette il cappello (cioé la neve che ne copre la sommità) vendi la capra e compra il mantello". Invece alla fine dell'inverno si guarda il monte e lo si scruta per poi trarne la sentenza; "se il San Vicino si sbraca (si pulisce dalla neve) vendi il mantello e compra la capra".
E allora saliamoci, su questo monte, su, su , guadagnando uno spettacolo di vegetazione sempre più ricca. E se amate davvero gli alberi dovete proseguire da Pian dell'Elmo a quota 1.000 e dirigervi verso un immenso bosco di faggi.
Questo luogo paradisiaco si trova nei pressi del San Vicino e si chiama Canfaito. Da quel versante si sovrastano la città di Matelica e la vallata che conduce a Fabriano. Lassù, tra quella pace e l'incanto, è impossibile pensare alle grandi problematiche del nostro pianeta. Il lagoEd è, appunto stando lassù che cresce quella voglia irrealizzabile di allargare le braccia e poter volare per raggiungere, volteggiando sopra le mille ondulazioni delle colline degradanti verso il mare l'altro possente guardiano che sta, al centro della nostra veduta, ad interrompere il filo del mare all'orizzonte: è il monte Conero.
Puntiamo quindi là, dove alle prime luci del mattino scorgiamo il luccichio delle navi e i bagliori della basilica di Loreto. Vicinissimo, il colle di Recanati. Per arrivarci, animando solo di poco il battito delle nostre braccia, sorvoliamo un grande specchio d'acqua, che riflette il verde intenso dei boschi che lo circondano. É un invaso creato da uno sbarramento del fiume Musone (no, non è arrabbiato!), un vivace torrente che sgorga da una falda del San Vicino eIl centro di Cingoli scende allegramente al mare regalando ai pescatori ciò che cercano e... ai pensatori, scorci naturalistici da sogno. Ha una forma particolare questo lago artificiale tra le montagne: sembra una mano, con le dita che si internano tra i rilievi che fanno da piedistallo al San Vicino. Voliamo, su, al di sopra delle tante colline, dei tanti colori dati dalle diverse colture; qui girasoli, la macchie arboree, olivi, vigneti e poi grano che, a seconda delle diverse altitudini qui è stato mietuto e là non ancora... E sulle colline spiccano i centri abitati: colpisce, fra questi, Cingoli, che sovrasta, dai suoi 631 metri, tutti gli altri.