Piani di volo Passaggio a Torino
 
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da Porta Nuova a Piazza San Carlo

da Via Roma a Piazza Castello

da Via Po a Via Gaudenzio Ferrari

da Piazza Vittorio a Via Maria Vittoria

da Via Maria Vittoria a Piazza San Giovanni

da Piazza San Giovanni a Piazza della Repubblica

da Piazza Emanuele Filiberto a Piazza Statuto

 
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Da Piazza Emanuele Filiberto a Piazza Statuto

Da Porta Palazzo, seguendo i vicoli si arriva a Piazza Emanuele Filiberto, detta anche Piazza Giulio. Al numero 13 della piazza si trova, dietro un’anonima facciata, una particolare scalinata, realizzata secondo un ellisse che ad ogni piano diventa una circonferenza che accompagna il ripiano che la avvolge. Questa zona negli ultimi anni, anche grazie ad un’attenta politica di riutilizzazione urbana, è divenuta luogo di incontro serale, per la ricca varietà di locali notturni e di ristoranti caratteristici.

Raggiungendo Via delle Orfane al numero 15 si trova la Chiesa di Santa Chiara del Vittone e, all’isolato successivo, un sontuoso ed elegante edificio, il Palazzo Barolo, recentemente ristrutturato. Fondamentale esempio di residenza patrizia torinese arrivata a noi pressoché inalterata. L'edificio eretto alla fine del Seicento da Baroncelli, fu restaurato alla metà del Settecento da Alfieri, cui si devono la decorazione e il disegno di alcuni mobili nelle sale in stile. Fu importante salotto culturale alla metà dell'800.

Ritornando su Piazza Emanuele Filiberto si prende Via Giulio, sul lato Ovest della Piazza, per giungere fino all’incrocio con Via della Consolata, per svoltare a sinistra, in direzione Sud verso Piazza della Consolata. Qui si trova la Basilica, dedicata a Maria Consolatrice. In origine dedicata a Sant’Andrea (929), fu ricostruita e adattata su progetto del monaco Brunigo, di cui rimane testimonianza nel campanile e probabilmente nella cripta.

Nel 1678 Guarino Guarini cominciò il progetto di ampliamento della chiesa di Sant’Andrea (completato successivamente da Antonio Bertola) con un presbiterio, odierno santuario. Filippo Juvarra, con un intervento concluso nel 1729, inserì, a nord del precedente, un presbiterio ovale. Tra il 1899 e il 1904 Carlo Ceppi fece costruire quattro cappelle intorno alla parte guariniana e altre due minori ai lati dell’ovale presbiteriale. Interessanti sono le decorazioni interne con marmi, stucchi e bronzi.

Nella piazza è presente un’antica erboristeria nonché uno storica pasticceria, esempio di arredo ottocentesco, con tavoli di marmo e sedie d’epoca, dove é possibile gustare il rinomato “bicerin” che qui fu ideato. Ritornando su Via della Consolata, si percorre la strada per una breve tratto fino a Piazza Savoia, sulla cui area si ergeva fino al 1635 la Porta Segusina di età romana.

La piazza è una zona di comunicazione tra la vecchia città e l’ampliamento pianificato da Juvarra, ma già progettato nel 1711 da M. Garove. Al centro si erge un alto obelisco per ricordare la legge Siccardi (1850) con le disposizioni relative all’abolizione del foro ecclesiastico e recante l’iscrizione “la legge è uguale per tutti”. Al numero 3 della via, prospiciente Piazza Savoia, si trova il Palazzo Martini di Cigala, iniziato nel 1816 su progetto di Juvarra con un grande portone inquadrato da colonne e sormontato da un balcone. Al numero 1 bis di Via della Consolata si trova il Palazzo Saluzzo Paesana, costruito tra il 1715 ed il 1722. L’edificio, interessante esempio di residenza nobiliare urbana del XVIII secolo, fu costruito su disegno di Juvarra tra il 1715 ed il 1722.

A lato di Piazza Savoia si giunge in via Garibaldi,, in passato detta via Dora Grossa, per via del rigagnolo d'acqua che scorreva al centro della via per la rimozione delle immondizie. Stretta e discontinua via medioevale, antico decumano, la strada, per ottenere un miglioramento della viabilità e del transito, fu ristrutturata e centrata su Palazzo Madama, con una prospettiva rettilinea e una lunga serie di facciate uniformi. Proseguendo lungo via Garibaldi, si arriva in Piazza Statuto, aperta nel 1864 per terminare il simmetrico ordine dei quattro ingressi monumentali alla città. Realizzata grazie ai capitali inglesi, è l’ultima delle grandi piazze ottocentesche di ingresso alla città. Ideata prima da Carlo Pronis e successivamente da Edoardo Pecco, la piazza ha una forma allungata e dilatata verso l’esterno per creare un collegamento tra l’area occidentale (Via Garibaldi) e la congiunzione delle strade in direzione di Rivoli, della Valle di Susa e di Corso Francia. L’intervento più interessante è quello di Giuseppe Bellati che realizzò due sovrappassi e il giardino di tipo inglese. All’interno del giardino si erge il monumento commemorativo del traforo del Frejus (Luigi Belli 1879, il genio della Scienza è di Odoardo Tabacchi) e la guglia Beccaria, il cippo con la misura del meridiano che definisce il grado di latitudine al meridiano di Torino.

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