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Tra le vestigia romane

Lungo via dei Musei si giunge in piazza del Foro, rilevante zona archeologica che conserva la stratificazione della sua storia millenaria; lo spazio, appartato e tranquillo, rappresenta il più importante complesso archeologico romano esistente in Lombardia. Originariamente il foro si estendeva fino all'attuale via Cattaneo, formando un rettangolo di m 139 x 40.

Comprende il Tempio Capitolino sul lato settentrionale e gli imponenti resti del Teatro Romano a oriente. Nell'area sono compresi anche i resti della Curia, nella vicina piazza Labus.

Il Tempio Capitolinoè la più importante testimonianza monumentale della "Brixia" romana. Fu seppellito nel medioevo dalle frane del colle Cidneo e fu riportato alla luce solo nell'ottocento.
Fu innalzato al tempo di Vespasiano nel 73 d.C. su un precedente edificio di culto d'età repubblicana. Fu distrutto verso il IV secolo da un incendio provocato da una incursione barbarica.
Al tempio, posto su un alto basamento, si accedeva tramite una scalinata che immetteva nel pronao, con sei colonne corinzie e timpano, da dove si entrava nelle celle. Ai lati del pronao si notano due lati di portico più stretto, con tre colonne di pari altezza; fungono da raccordo con la parte centrale due grandi pilastri cuoriformi. Il timpano, in gran parte ricostruito, doveva essere ornato da tre o cinque statue; l'acroterio centrale doveva essere composto da un intero gruppo statuario.
Il tempio è costituito da tre o forse quattro aulae e separate tra loro da intercapedini, alle quali si accede da porte site in un angolo delle celle. Della cella centrale, la più ampia, resta l'antica soglia di pietra di Botticino.
Il complesso ospita il famoso museo lapidario romano, posto nelle tre celle del tempio, che custodisce una raccolta archeologica: il pezzo di maggior pregio è la Vittoria alata, colossale opera scultorea del I sec.

Dietro a una bella cancellata sorge la settecentesca chiesa di San Zeno. Vicino al tempio vi sono i resti del Teatro, mentre lungo il parapetto che affianca via dei Musei è visibile un tratto lastricato dell'antico decumano massimo.

Proseguendo sempre per via dei Musei si incontra il complesso museale di S. Salvatore e di S. Giulia. Nel monastero di San Salvatore, dono della regina longobarda Ansa, si consumò, secondo la tradizione, la tragedia di Ermengarda, ripudiata da Carlo Magno. Fa parte del complesso la basilica di San Salvatore, eretta su una precedente chiesa. di cui resta la cripta che venne ricostruita nel IX secolo. Insigne monumento altomedioevale, conserva all'interno frammenti di stucchi e affreschi originari. La basilica custodisce inoltre affreschi del Romanino. Due chiostri rinascimentali collegano San Salvatore all'antico oratorio di Santa Maria in Solario. La costruzione romanica, di cui si scorge da via dei Musei il tiburio con la loggetta, è internamente ornata da affreschi di pittori bresciani del Cinquecento. Al monastero appartiene anche la chiesa di Santa Giulia, con ingresso in via Piamarta.