Piani di volo Gita in barca a vela da Andora a Mentone

di Walter COTTAFAVA
 
sommario
La vela vola

La partenza da Andora

L'arrivo a San Remo

Guai in vista

Arriva il Maestrale

La paura cresce

L'attracco a Mentone
 
scopri Liguria
Spunti sulla Riviera di Ponente

A spasso nelle Cinque Terre

Genova ed il suo centro storico
 
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Genova ed il suo porto

... sopraggiunge il maestrale

Improvvisamente, forse un presagio, od un incantesimo che si rompe, per nostra fortuna, rientriamo nella realtà e decidiamo di avvicinarci un po' alla costa per cercare un posto dove fare il bagno.
Siamo al largo oltre Beaulieu e puntiamo decisamente al traverso per Panorama dalla barcaraggiungere la costa. Mentre navighiamo penso: questo vento di maestrale è simile a quello che conosciamo tutti i giorni, tutto il mondo è paese, i venti sono tutti uguali dappertutto.
Passano solo pochi minuti ed improvvisamente si vede l'orizzonte NERO, con una linea nera e bianca che divide nettamente il mare dal cielo, quasi come una sottolineatura. Faccio osservare l'anomalia a Dario e contemporaneamente divengo di nuovo padre responsabile e finalmente cosciente.
STA' arrivando IL MAESTRALE. Il vero Maestrale quello che mai avevamo ancora visto. La linea nera è il mare che diviene nero non riflettendo i raggi del sole perché fortemente frastagliato dal vento e la linea bianca sono le onde con schiuma che nascono subito dietro. Metto la barca all'orza e mando Dario a prua per ridurre la velatura. Non facciamo a tempo a compiere la manovra.
Una prima raffica quasi ci strappa il fiocco che si arrotola e s'incattivisce per pochi istanti fino a quando Dario non riesce ad ammainarlo. Lo richiamo urlando assordato dal rumore del vento mentre ormai la linea nera ci aveva raggiunti. Cerco di mantenere una bolina stretta tra una raffica e l'altra evitando di far coricare la barca. Ma ero impreparato, in maglietta, ben presto ci raggiunge anche la schiuma.
Il mare sembrava animato di vita propria. Dal basso, come nei film del terrore, le onde nascevano dal nulla e ricadevano sulla coperta dove erano spazzate dal vento. In pochi attimi la situazione mi sfugge dalle mani e vengo preso dalla paura e dall'ansietà. Gli spruzzi erano troppo violenti e non riuscivo a tenere gli occhi aperti perché mi facevano male tanto erano forti, continuamente annaffiato dalla testa ai piedi avevo i brividi e tremavo. Pensavo, "non è paura è freddo" ma sapevo che era più paura che freddo.